Cosmofood terza parte

 

Amici finalmente siamo giunti al terzo ed ultimo episodio di questa saga enogastronomica che prende il nome di Cosmofood. Se non sbaglio c'eravamo lasciati con il tema della birra in rampa di lancio. In effetti; all'interno della manifestazione sparsi per il padiglione 7 erano presenti molti birrifici provenienti un pò da tutta italia; ma la mia attenzione si è soffermata specificatamente su due di essi che si presentavano al grande pubblico proponendo due filosofie diverse di fare e di proporre questo gustoso nettare.

 

Il primo birrificio del quale vi voglio parlare viene da quell'Isola conosciuta ai più per essere stata la prigione temporanea di Napoleno Buonaparte : l'Isola d'Elba. La Birra dell'Elba era presenta a Cosmofood con uno dei suoi soci fondatori: Valerio Tamagni.

 

 

Questo birrificio per stessa ammissione dello stesso Valerio nasce quasi per caso nel lontano 2007 quando scherzando con la sua cognata in procinto d'aprire un pub sull'Isola Le disse "Non c'è problema, produco io la birra"

Da quel momento dopo tante sperimentazioni e tante prove son arrivati ad essere un birrificio riconosciuto a livello nazionale. Siamo di fronte a birre ad alta fermentazione che subiscono un secondo processo di rifermentazione in bottiglia od in fusto.

Nelle loro birre si sente forte la presenza del luppolo sintomo che i loro modelli di riferimento sono quelli anglosassoni.

La filosofia di questo birrificio dalle parole di Valerio risulta semplice e chiara "Facciamo la birra come piace a noi; sperando che le persone dopo averla assaggiata si ricordino di noi anche quando sono nelle loro case" Incuriosito dai nomi delle birre (Maestrale, Arsusa, Octopus, Ripa bianca,ecc..) ho chiesto con quali criteri venivano scelti i nomi e son venuto a scoprire che già durante la progettazione vengono ipotizzati un paio di nomi ma quello definitivo viene assegnato solo dopo aver assaggiato la birra.

Delle diverse birre presenti, quello che ha solleticato maggiormente la mia fantasia è stata la "Cento all'ora" e chiedendo a Valerio il perchè di questo nome ricevetti come risposta questa "Perchè è una birra da corsa; avendo un basso grado alcolico puoi bene anche due litri senza perdere il controllo" A questo punto non poteva che assaggiarla.

La Cento all'Ora si è rivelata molto leggera e luppolata; insomma amici in quest'isola c'è qualcos'altro che vale la pena di scoprire.

 Dopo aver lasciato le coste dell'Isola dell'Elba son rientrato sulla terraferma vicentina e nel mio continuo tra gli stand son stato fermato da un ragazzo mio coetaneo che mi ha proposto uno strano intruglio mai assaggiato prima dicendomi con un bel sorriso e con un accento già sentito "Si tratta della birra di una volta"

 

A questo punto troppo incuriosito da questa definizione sono andato a trovarlo nel suo stand e con mio grande piacere ho scoperto l'Azienda Agricola T.U.M. ubicata a Cavour sulla strada che ogni volta faccio per andare a trovare i miei parenti a Saluzzo.

Quest'azienda coltivatrice diretta d'orzo e farro con relativa produzione di panatici (biscotti, gallette, ecc...) ha deciso di proporre sul mercato questa birra corretta allo sciroppo.

Luca (il ragazzo che mi ha bloccato) mi spiega che in passato non essendoci la tecnologia per controllare la fermentazione della birra si correva il rischio di creare una bevanda estremamente acida e quando questo accadeva intervenivano le nonne che utilizzavano gli sciroppi fatti in casa per correggere l'errore.

Questi ragazzi giovani hanno decido di riproporre quest'antica tradizione in chiave moderna presentando una birra lievemente acida e molto beverina a causa del basso grado alcolico che viene per l'appunto corretta con degli sciroppi di loro produzione. In poche parole assieme alla classica bottiglia di vetro che contiene la birra viene consegnata una piccola boccetta contenente lo sciroppo che dovrà essere versato per primo sul bicchiere per poi versare succesivamente la birrra. Essendo il prodotto nato da meno di due mesi l'unico sciroppo di loro produzione è quello composto da zenzero e rosmarino.

In effetti le noti dolciastre di questo sciroppo combinate alla note amaricanti della birra ti trasmettono una sensazione particolare in bocca; non siamo abituati a questi gusti dal sapore antico. Più di una volta durante l'intervista Luca mi ha ripetuto un concetto "Attenzione noi vogliamo destrutturare il concetto di birra, non la birra!! Vogliamo creare un prodotto base che puo essere combinato e ricombinato con altri elementi. Chef e bartender possono con il nostro prodotto avere la possibilità di dare spazio alla loro fantasia"  Per l'azienda si tratta della prima manifestazione ufficiale e gli auguro d'avere fortuna con il loro prodotto dall'antico sapore.

Amici Gulliveriani finalmente siamo giuti al termine di quest'eroica epopea dove abbiamo visto e toccato con mano molte realtà del mondo enogastronomico italiano.  A questo punto non vedo l'ora di passare alla prossima gustosa manifestazione.

 

Alla prossima dal vostro Gulliver.